Piano Sociale di Zona 2024-2026
Martedì 30 luglio 2024, dalle ore 11:30 alle ore 14:00, presso la Sala Convegni della Biblioteca Comunale di Latina “Aldo Manuzio”, ingresso Piazza del Popolo n.14, si è svolta presentazione della bozza del Piano Sociale di Zona 2024-2026.
Il piano è pubblicato sul sito del comune di Latina al seguente indirizzo: Comune di Latina – Piano sociale di zona 2024/2026 – bozza
La riunione si apre con la presentazione del documento da parte del funzionario.
Il documento è il risultato di una standardizzazione della metodologia di pianificazione, ma presenta una limitata accessibilità sia per quanto riguarda la sua revisione e modifica, sia per la lettura. La sua comprensione risulta difficoltosa.
Il piano riguarda il triennio 2024-2026 e prevede aggiornamenti annuali. Siamo consapevoli che a dicembre dovremo aggiornare il piano per il 2025, in seguito a ulteriori incontri sulla progettazione a cui abbiamo partecipato e a un nuovo assetto organizzativo. Questo perché la Regione ha adottato la bozza del nuovo piano regionale con validità per il triennio 2025-2027. Al momento, stiamo lavorando con un piano regionale sostanzialmente scaduto, mentre entro la fine dell’anno dovrebbe essere approvato quello nuovo (la bozza è già disponibile sul sito della Regione). Alleghiamo qui la versione attualmente disponibile online al momento della stesura.
In questo documento ci sono i riferimenti ad una declinazione del welfare basata sui LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) nella Regione Lazio) e una serie di obiettivi in parte nuovi rispetto a quelli evidenziati nel passato.
La struttura del piano è suddivisa in diverse parti. La prima parte contiene tutti i dati che erano già stati presentati nell’analisi preliminare e che sono stati condivisi anche con altri settori. La seconda parte viene esaminata attraverso delle slide, poiché il piano non è organizzato per aree tematiche, ma per aree definite dal Nomenclatore Regionale. Questo approccio non segue la tipologia di utenza, ma la tipologia della prestazione, rendendo difficile trovare informazioni specifiche relative ai servizi, come quelli per la disabilità.
Si riporta un estratto del Piano presente a pagina 5 per una panoramica introduttiva sugli stati di bisogno e gli ambiti di miglioramento del servizio:
Il Distretto registra al 31/12/2022 una popolazione di 175.897 abitanti di cui più del 70% nel capoluogo, ove la densità è 460,05 (distrettuale 287,74); la media stimata di componenti per famiglia è 2,33. La popolazione dal 2002 è aumentata del 18,04% (Sermoneta +50,44% e Norma unico Comune con -4,03% (Lazio +11,17%, Italia +2,92%)). L’Indice di vecchiaia è 157,48 (Lazio 183,98, Italia 193,10); gli over 65 sono il 20,88% (Lazio 23,09%, Italia 24,04%). L’Indice di carico sociale è 53,18 (Lazio 55,4, Italia 57,4). L’Indice di Carico di figli è 19,68 (Lazio 17,3, Italia 17,9). La popolazione straniera è il 9,41% (Lazio 10,8%, Italia 8,5%). L’analisi sociodemografica e i dati sui servizi erogati, raccolti ed analizzati dall’Osservatorio, sono esposti nell’Allegato. Qui si evidenziano sinteticamente considerazioni sui bisogni emergenti e miglioramento dei servizi.
MINORI E FAMIGLIA. L’area si caratterizza per il costante aumento dell’utenza e per la mutevolezza dei bisogni espressi, che impongono un continuo riadeguamento. I servizi sono organizzati e capaci di rispondere alle esigenze nuove ed emergenti, anche grazie alla ormai consolidata esperienza del modello P.I.P.P.I. È necessario proseguire la messa in rete dei servizi, il continuo potenziamento e la facilitazione della conoscenza e dell’accesso.
ANZIANI AUTOSUFFICIENTI. L’invecchiamento della popolazione è fenomeno in crescita e gli anziani necessitano di supporto alla socializzazione ed alla partecipazione alle attività di comunità. Sono 15 i centri anziani che insistono sul territorio e, soprattutto nel capoluogo, è fortemente attivo e strutturato un privato sociale che garantisce la copertura dei bisogni specifici. Occorre consolidare la rete di attori e promuoverne le attività.
NON AUTOSUFFICIENZA (ANZIANI E DISABILI). L’utenza ed i servizi richiesti, riconducibili alle macroaree “non autosufficienza grave” e “non autosufficienza gravissima”, sono in aumento e si ritiene vi possa essere ancora un bisogno sommerso. Sono stati potenziati il PUA Distrettuale ed i Comunali e sono due le UVM distrettuali. Il processo di valutazione del bisogno prevede l’elaborazione del piano individualizzato tenendo a riferimento il budget di salute per la definizione qualitativa e quantitativa delle risorse economiche e professionali necessarie per innescare il processo volto a restituire centralità alla persona. Fondamentale proseguire l’azione di coinvolgimento del TS, che vede già attiva nell’UVM l’Agenzia per la Vita Indipendente. Si prevede riorganizzazione dei servizi di assistenza domiciliare, potenziamento del caregiver familiare, completa attuazione del sistema di accreditamento e del “registro delle assistenti alla persona”, piena implementazione del protocollo dimissioni protette.
POVERTA’. Si intende portare a regime un sistema efficace di presa in carico con un incremento dell’attività di segretariato sociale e con un servizio sociale professionale dedicato, nonché un potenziamento del personale per Pronto Intervento Sociale, Centro Servizi, Unità di Strada, CAN ed Emergenza freddo. Per il target povertà estrema e senza dimora si intende avviare una modalità di sostegno strutturata ed orientata alla presa in carico globale della persona, sostenendo percorsi di autonomia e autosufficienza lavorativa, abitativa e socio-relazionale. Va ridefinito e potenziato l’aspetto “infrastrutturale”, ossia in riferimento al diritto alla casa.
DISAGIO ADULTI. In aumento perfino tra i giovanissimi, abusi e dipendenze anche comportamentali ed il c.d. doping da lavoro. Focalizzando l’attenzione sulla prevenzione e la presa in carico, è necessario riprendere l’attività informativa di sensibilizzazione, incrementare assistenza domiciliare e socioeducativa, rafforzare attività consultoriale sul disagio emotivo relazionale e socioeconomico in collegamento con il CSM, sensibilizzare e formare il personale scolastico.
DONNE VITTIME DI VIOLENZA. L’area vanta esperienza trentennale di interventi e di partenariato pubblico-privato con l’attuale presenza di un Centro di ascolto in ogni Comune, una Casa rifugio, una Casa di proseguimento e protocolli tra i Servizi e il Centro Donna Lilith; si sta lavorando alla Casa di Pronto intervento. Occorre agire per attivare i protocolli con le Forze dell’ordine, potenziare il rapporto con il privato sociale e agire sulla presa in carico anche degli uomini autori di violenza, target sul quale sono già in atto interventi di formazione specialistica per operatori.
IMMIGRATI E NOMADI. La presenza è in crescita costante, di diverse tipologie e bisogni. I braccianti agricoli, soprattutto stagionali, preda del caporalato, spesso senza dimora per difficoltà di reperimento o scelta di economia; le donne dell’est sono principalmente occupate come badanti. La seconda generazione ha difficoltà di integrazione e di identità culturale. In aumento le denunce di violenza da parte di donne indiane. Note le problematiche dei ROM di Al-Kharama: disoccupazione, illegalità, evasione scolastica, ecc. Da potenziare gli attuali servizi e sostegni: economici, abitazione e lavoro, supporto a famiglia e minori, psichiatria specifica.
Discussione:
Nel documento, sono presenti sia i dati relativi all’utenza, sia le informazioni sul budget assegnato a ciascun servizio. Si elencano i vari servizi dell’Ufficio di Piano:
- Povertà Disagio Adulti,
- Famiglia e Minori,
- Donne e Minori Vittime di Violenza,
- Azioni di Sistema,
- Servizio di Accesso.
Questi sono tutti servizi presenti nel nostro territorio. Per quanto riguarda i Servizi di Accesso, rivolti alla popolazione generale, che comprendono il Segretariato Sociale, il Servizio Sociale Professionale e il PUA (Punto Unico di Accesso), è stato attivato un servizio di emergenza gestito da un’apposita équipe. Una novità importante è l’integrazione del personale sanitario nel PUA. L’ASL ha messo a disposizione due assistenti sociali e un infermiere. Questo rappresenta un significativo miglioramento, poiché negli altri PUA non è presente la componente sanitaria. L’infermiere è stato assegnato grazie a una riorganizzazione interna. Per maggiori dettagli, si rimanda alla pagina 76 del documento:
“Il PUA, a gestione distrettuale, svolge la sua attività con riferimento a quanto stabilito dall’art 56 della L.R. n.11/2016 ed è finalizzato a favorire l’accesso della persona alle prestazioni sociali, sociosanitarie e sanitarie con continuità assistenziale. Il servizio opera in stretta collaborazione e interconnessione con la rete dei servizi sociali e sanitari. Il Punto Unico di Accesso è organizzato secondo un modello delineato nel Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il Distretto Sociosanitario Latina 2 e l’Azienda ASL/Latina. Nello specifico, nel Distretto Sociosanitario Latina 2, il servizio è presente nell’intero territorio distrettuale con la sede centrale PUA D, sita presso il Comune di Latina nei locali del Distretto Sociosanitario Sanitario dove vengono svolte sia attività di front-office che di back-office, e le sedi periferiche PUA C site nei Comuni del Distretto Sociosanitario presso i P.A.S.S. (Punti di Accesso Segretariato Sociale), dove vengono svolte solo attività di front-office. Le risorse umane impiegate nel PUA D sono 10, messe a disposizione sia dalla parte sociale: 3 assistenti sociali e 1 operatore informativo e 1 amministrativo; che sanitaria: 1 medico, 1 infermiere e 2 assistente sociali e 1 amministrativo. Nei PUA C le attività vengono svolte dal personale del Segretariato Sociale. Le attività del Servizio Punto Unico di Accesso che si vogliono garantire sul territorio distrettuale sono: – consulenza, informazione, orientamento, indirizzo e indicazioni sui servizi sociali e sociosanitari presenti nel territorio e sulle relative modalità di accesso; – ascolto, analisi, decodifica del bisogno; – raccolta e prima istruttoria di tutte le richieste di assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale a gestione integrata e compartecipata anche mediante l’utilizzo di appositi strumenti di documentazione e valutazione per i singoli casi. …”
Per quanto riguarda “Famiglia e Minori come si evince dalla slide esplicativa abbiamo i seguenti servizi:
- Servizio Sociale Professionale minori e famiglie;
- Assistenza domiciliare socioeducativa;
- Contributi economici per l’affidamento;
- Prevenzione dell’allontanamento familiare (P.I.P.P.I.);
- Centri per le famiglie;
- Servizio di mediazione familiare;
- Assistenza economica spettro autismo.
Le schede progettuali all’interno del piano delineano la riorganizzazione del servizio prevista per il 2025. Questa riorganizzazione porterà alla creazione di due grandi blocchi: il primo riguarderà l’intera area del Servizio Sociale Professionale, responsabile della presa in carico degli utenti; il secondo si concentrerà sul Servizio di Sostegno alla Genitorialità, offrendo supporto per le problematiche scolastiche e altre necessità familiari.
In sintesi, Famiglie e minori:
- Servizio Sociale Professionale
- Servizio di mediazione familiare e sostegno alla genitorialità
Questa parte del servizio è un importante punto di riferimento per le attività previste dalla quota servizi del Fondo Povertà. Stiamo lavorando per riallineare i servizi non solo in base alle fonti di finanziamento, ma anche alle richieste dei singoli LEPS (Livelli Essenziali di Prestazioni Sociali). Inoltre, stiamo sperimentando in modo avanzato il progetto PIPPI, che include contributi per l’affido e le adozioni.
Per quanto riguarda la non autosufficienza, si distingue tra disabilità grave e gravissima. La disabilità grave può essere ulteriormente suddivisa in anziani non autosufficienti a basso bisogno assistenziale e ad alto bisogno assistenziale. Questa suddivisione è rilevante anche in termini di allocazione dei fondi.
La novità più importante riguarda la modalità di erogazione del contributo di cura. Non sarà più possibile erogare il contributo semplicemente sulla base di un’attestazione da parte del caregiver che si prende cura della persona con disabilità o dell’anziano non autosufficiente. Invece, queste risorse dovranno essere utilizzate per l’acquisto di servizi o per l’erogazione di servizi tramite il comune, sia attraverso l’esternalizzazione sia tramite l’assunzione di personale qualificato.
A breve, la Regione invierà una circolare per spiegare le modifiche al sistema di contributi per i caregiver. La motivazione alla base di questo cambiamento è che il contributo deve servire a sostenere attivamente il lavoro di cura svolto dal caregiver, non come sostegno economico generico, ma come supporto diretto per facilitare il suo compito. L’obiettivo è permettere ai caregiver di avere più tempo libero e la possibilità di organizzare la loro vita in modo diverso.
In passato, il contributo era fornito direttamente alla persona che rimaneva il principale soggetto di cura, diventando spesso un sostegno al reddito. Tuttavia, questo limitava le possibilità del caregiver, spesso donne, che fossero genitori o figli, di cercare un lavoro a tempo pieno o di fare scelte diverse per la propria vita.
L’impatto di questo cambiamento sarà considerevole per gli utenti. Il principio alla base è che la cura non deve rimanere esclusivamente all’interno delle famiglie, come è stato spesso concepito in Italia, ma deve diventare una responsabilità collettiva, rispettando la dignità sia di chi cura sia di chi è curato.
Attualmente, le risorse disponibili per la disabilità grave e gravissima non riescono più a soddisfare l’alta domanda. Per la disabilità grave, intendiamo ridurre la lista d’attesa, mentre per la disabilità gravissima non abbiamo spazio per avanzare nelle graduatorie. Stiamo vivendo un momento particolare: il fabbisogno continua a crescere, ma le assegnazioni di fondi stanno diventando insufficienti rispetto al passato, quando avevamo risorse economiche più ampie.
Piano per l’Autismo
Il servizio sta lavorando alla realizzazione del piano per l’autismo, seguendo la programmazione già stabilita. L’obiettivo è coordinare le risorse del piano autismo con altre risorse correlate, che attualmente sono limitate. Alcuni interventi sulla disabilità grave, ad esempio, sono inappropriati perché non si tratta di misure assistenziali e richiedono una diversa allocazione delle risorse.
Casa-Famiglia
Una delle novità nel piano è la creazione di una casa-famiglia per persone con disabilità significative. Hanno trovato il finanziamento e incaricato il Comune di Sabaudia di fare da capofila. Il bando è stato pubblicato e stanno esaminando il regolamento. La casa-famiglia ospiterà fino a 8 persone, con priorità ai residenti nel distretto. La retta sarà in parte a carico dei comuni del distretto e in parte a carico degli ospiti, simile a quanto avviene per le RSA.
Servizio Sperimentale di Assistenza Domiciliare
Ad ottobre partirà un servizio sperimentale di assistenza domiciliare per le dimissioni protette, finanziato dal PNRR. Il progetto prevede assistenza domiciliare per persone senza fissa dimora che escono dall’ospedale, garantendo loro un alloggio temporaneo per circa 15 giorni. Successivamente, subentreranno i servizi comunali abituali. Il progetto è finanziato con 300.000 euro dal PNRR e 24.000 euro da fondi regionali, in linea con i LEPS
Dopo di Noi e Vita Indipendente
I servizi sociali stanno affrontando difficoltà nel sostenere i costi relativi ai progetti “Dopo di Noi” e “Vita Indipendente” a causa delle limitate risorse disponibili. Sebbene siano state finanziate le attività per il 2022 e il 2024, non hanno ricevuto finanziamenti per il 2023, esaurendo così le risorse per il 2025. Speriamo in nuove assegnazioni di fondi. Inoltre, il contratto con le cooperative sociali ha un impatto significativo sui costi dei servizi.
Supporto alle Donne Vittime di Violenza
Continua il servizio di supporto alle donne vittime di violenza in collaborazione con il Centro Donna Lilith, che opera da anni nel nostro territorio. Stanno aprendo nuovi sportelli nei comuni di Sermoneta e Sabaudia. Offrendo anche la disponibilità della Casa della Semiautonomia per le donne che escono dal primo step di assistenza.
Povertà e Disagio degli Adulti
Stiamo lavorando intensamente sull’area della povertà e del disagio degli adulti. Abbiamo costituito un tavolo di lavoro partecipato da associazioni rappresentative come Caritas, Croce Rossa, Emergency e i nostri servizi. Abbiamo realizzato una mappatura del territorio, includendo insediamenti spontanei, con dati significativi raccolti insieme a Croce Rossa e Caritas. Questo ci ha permesso di ridefinire il servizio in termini di personale e sicurezza. Il numero di persone che vivono in strada sta aumentando significativamente, e la nostra attuale struttura di risposta non è sufficiente.
Abbiamo una struttura residenziale, il dormitorio invernale, con 30 posti letto che raggiunge il massimo della capienza in inverno, oltre a 60 posti aggiuntivi. Stiamo sperimentando il programma Housing First, ma affrontiamo difficoltà nel reperire abitazioni adeguate. Gli immobili disponibili sono spesso situati in quartieri problematici, rendendo difficile l’implementazione del servizio.
È necessario un servizio di bassa soglia, aperto tutto l’anno, per favorire l’inserimento sociale di persone con dipendenze o problemi psichiatrici. È fondamentale aumentare il personale, attualmente insufficiente per gestire l’accoglienza e il front office per un’utenza in crescita. Abbiamo inserito per la prima volta la Mensa Sociale tra i LEPS. La Caritas attualmente fornisce circa 130.000 pasti l’anno, ma con difficoltà, data la crescente domanda.
Tirocini di Inclusione
Sono pronti i bandi per i Tirocini di Inclusione, rivolti a persone in condizioni di fragilità. Questo progetto, finanziato a livello regionale, è una sperimentazione con nuove fonti di finanziamento.
Situazioni Residenziali
Per quanto riguarda le situazioni residenziali, abbiamo la “Casa di Proseguimento” per le donne vittime di violenza e un progetto di cohousing per giovani pazienti psichiatrici. Recentemente, abbiamo presentato un progetto per un fondo del Ministero, tramite un PON, rivolto alle donne e all’integrazione sociale e scolastica dei minori, affrontando problematiche come quelle del campo Al Karama e le situazioni rom stanziali.
Riorganizzazione e Innovazione
Il documento include una riorganizzazione dell’Ufficio di Piano. Abbiamo sperimentato il Sistema Informativo e l’Osservatorio nella fase precedente e ora ci concentriamo sulla loro concreta realizzazione. Nel biennio precedente, abbiamo raccolto e monitorato i dati. Ora è il momento di istituire formalmente l’Osservatorio e definire le sue funzioni. Con il PNRR, abbiamo anche avviato la supervisione del personale dei servizi sociali, e la gara è stata pubblicata.
Dopo di Noi: Appartamenti e Interventi
Il progetto “Dopo di Noi” prevede la realizzazione di appartamenti e azioni di accompagnamento. A Latina, gli immobili identificati presentavano problemi strutturali e le risorse disponibili non erano sufficienti per le ristrutturazioni. Abbiamo quindi fatto un accordo con il Comune di Sabaudia, che ci ha messo a disposizione il secondo e terzo piano della Casa Domotica (con 6 appartamenti per piano). Stiamo procedendo con gli atti e gli incarichi progettuali. Un progetto non sarà realizzato nella struttura per mancanza di spazio fisico, e stiamo cercando immobili nel settore privato. In caso di esito negativo, dovremo rinunciare al progetto. Siamo in attesa degli esiti progettuali per confermare questa parte.
Progetti di Servizi per Senza Fissa Dimora
Abbiamo presentato un progetto per il centro servizi, che include una stazione di posta, una mensa e un piccolo dormitorio per persone senza fissa dimora. Gli immobili identificati presentano criticità strutturali. L’unico immobile potenzialmente adatto è uno sequestrato, ma richiede una valutazione di vulnerabilità sismica. In caso di esito negativo, cercheremo immobili tramite avvisi pubblici.
Housing First
Anche il progetto Housing First affronta problemi, poiché gli immobili disponibili hanno problemi strutturali insormontabili. Gli appartamenti confiscati individuati a Latina e in altri comuni sono in condizioni di degrado estremo, rendendo impossibile l’inserimento di un servizio senza una bonifica completa. Inoltre, il PNRR richiede una valutazione sismica dell’intero edificio, complicando ulteriormente l’attuazione economica.
Questa situazione evidenzia un’emergenza abitativa nel nostro comune. Stiamo procedendo con il PNRR e prevediamo un tavolo di lavoro per ottobre, quando avremo i risultati degli incarichi di progettazione. Attualmente, non ci sono grosse novità.