STATUS LIBERTATIS
LA NOSTRA ADVOCACY E’ STARE AL FIANCO DEGLI ESSERI VIVENTI.
SICURAMENTE SAREMO CONTROCORRENTE, ma subito dopo che abbiamo salvato la vita a persone umane, dobbiamo affiancargli l’Avvocato affinchè possano tutelare i loro diritti alla vita, a muoversi liberamente nel mondo, ad esprimere i loro pensieri ed i loro desideri!
Perchè tutto ciò è così difficile da accettare e capire?
NON IN MIO NOME VENGONO O VERRANNO DEPORTATE PERSONE, IN UN TERZO PAESE, SENZA UN GIUSTO ED EQUO PROCESSO O PROCEDIMENTO.
Questa scelta DISUMANA, viola qualsiasi principio costituzionale, oltre che umano, comunitario, ma anche del nostro codice penale.
NON IN MIO NOME.
NON POSSIAMO TACERE ORA, COME FECERO I NOSTRI PADRI NEL 1939 CON LE LEGGI RAZIALI.
La recente decisione del tribunale civile di Roma di non convalidare il trasferimento di 16 migranti nel CPR di Gjader, in Albania, rappresenta un’importante affermazione dei diritti umani e dei principi della nostra Costituzione. I migranti, trasportati dalla nave Libra della Marina militare italiana, non possono essere inviati in un Paese che non può essere considerato “sicuro” in base ai criteri stabiliti dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea.
Nel dispositivo, il giudice sottolinea che “in assenza di alternative giuridicamente ammissibili”, i migranti hanno il diritto di riacquisire la loro libertà solo tramite le autorità italiane, e non sul territorio albanese. Questa sentenza riafferma che la tutela dei diritti inviolabili è un principio fondamentale su cui si basa la nostra democrazia.
La nostra Costituzione è un baluardo contro le politiche disumane, e il sistema giuridico continua a dimostrarsi capace di difendere i valori democratici e i diritti umani.
NON IN MIO NOME è la Campagna contro la deportazione illegale in Paesi stranieri, senza che il detenuto conoscesse la misura cautelare o la nuova pena detentiva, senza che il migrante, così come viene definito nei protocolli con l’Albania l’essere umano cittadino uniersale, possa essersi ancora difeso od aver provato il suo status di perseguitato.
Se poi, come è probabile, non esista neppure un indagato od imputato, allora è ancora più illegittima qualsivoglia detenzione e deportazione.
Grazie al Tribunale di Roma che ci fa sentire ancora degni di essere italiani.
M. Iantosca